India. Autorickshaw vs Uber
Autorickshaw contro Uber.
Da qualche anno in India è approdato Uber, creando un’enorme concorrenza oltre che ai taxi, ai famosissimi autorickshaws, i tuc tucs locali gialli e verdi o gialli e neri, uno dei simboli della nazione.
Gli autisti lamentano a gran voce un calo del 50% sui prezzi.
Secondo me c’è ancora spazio per tutti, perché la fetta di popolazione che non ha la minima intenzione di scaricare un’app e poi controllare la mail è ancora vastissima.
Però è anche vero che questa fetta di popolazione è quella che paga le cifre più basse a prescindere da Uber.
Perché il prezzo della corsa con l’autorickshaw è basato sulla contrattazione. E meglio sei vestito più paghi, per non parlare poi del fatto di quanto incide l’essere occidentale.
In termini prettamente economici, l’unica città indiana dove conviene usarli è Bombay.

Autorickshaw
E’ l’unica che li obbliga all’uso del tassametro, ma non possono comunque circolare nella parte sud, per intenderci quella che va da Marine drive a Fort e Colaba.
In compenso se giri all’interno di uno stesso quartiere al massimo puoi spendere 2 euro.
I vantaggi nell’uso dell’autorickshaw sono molteplici.
Dal fatto di trovarne sempre uno, ovunque tu sia, a qualsiasi ora del giorno e della notte, alla velocità nello scavalcare il traffico infernale delle grandi città fino ad arrivare al folklore della cosa.
Mica vuoi girare per l’India senza mai prenderne uno?
Gli svantaggi sono la difficoltà con la lingua, gli autisti raramente parlano inglese – e quindi incomprensioni sulle destinazioni da raggiungere – più le lunghe trattative per concordare un prezzo.
Le esperienze peggiori di solito le hai nei posti molto turistici, tipo nel Rajasthan dove l’unica missione sembra quella di fregarti soldi.
Anche se io la più brutta l’ho avuta ad Hampi, in mezzo al nulla, con un insospettabile ragazzo dall’ inglese ottimo.
Uber.
A questo punto subentra Uber, che è presente in ben 29 città ma assente nel Goa.
Qualche anno fa, a Delhi, una ragazza americana è stata stuprata dall’autista del taxi che aveva preso, il fatto fece ovviamente scalpore.
Anche in questo post mi tocca ricordare che Delhi sul tema sicurezza-donne-sole fa storia a sè rispetto al resto dell’India. Mai abbassare la guardia, la sera è sempre consigliato rientrare con qualcuno che si conosce o con la macchina dell’albergo/ostello/guesthouse.
Uber io l’ho usato molte volte e funziona veramente bene.
A Chennai, per andare da una punta all’altra della città, avrò spesso al massimo 4 euro anche se puoi restare incastrato nel traffico per 2 ore. Lo stesso dicasi per Mumbai.
Ma ci sono delle condizioni… Intanto devi avere una sim locale o il gioco non vale la candela.
Poi devi controllare mille volte che il localizzatore sia preciso al massimo circa la tua posizione, o trascorrerai un’ora al telefono per dare l’indirizzo esatto e ti ricordo che sei in India.
E per finire ti devi augurare che l’autista abbia un inglese quantomeno accettabile per capire tutte le tue assurde indicazioni circa l’indirizzo esatto…