Buon compleanno Mr Gandhi!
Buon compleanno Mr Gandhi! Oggi 2 ottobre ricorre l’anniversario della tua nascita ed in India è festa nazionale. E’ anche la giornata internazionale della non violenza, tutto il mondo ti sta celebrando.
A Goa i Casinò osserveranno 24 ore di stop ed in teoria è un dry day, non si possono bere alcolici. E poiché è ufficialmente iniziata l’alta stagione, le feste si susseguono una dietro l’altra.
Mr Gandhi devo proprio dirti che sei una delle poche persone al mondo che stimo e che porto ad esempio, insieme ad altri pochi eletti come i miei adorati giudici Falcone e Borsellino. Perché siete degli eroi, perché il mondo ha bisogno di più persone come voi, perché non esiste più nessuno che tiene il passo ed ha lo spirito di abnegazione che ci si aspetta da un leader che ama il proprio popolo.
So bene che gli induisti radicali del nord del Paese non hanno una passione particolare per te, per la brutta storia dei debiti con il Pakistan durante la Partizione. Ma io sono dalla tua parte, un leader spirituale puro che predica la non violenza e l’eguaglianza è giusto che faccia qualcosa anche per tutti gli indiani musulmani che sono emigrati nello Stato confinante.
Sono guerre di religione verso le quali nemmeno io ho mai provato simpatia. Guerre per il potere mascherate da altro ma di fatto gestite da esseri umani mediocri.
Mr Gandhi, ho sempre voluto chiederti come mai un avvocato del Gujarat, che ha terminato gli studi in Inghilterra ed ha promesso alla madre di non andare a donne, non bere alcolici e non mangiare carne pur di avere il permesso di partire, è finito in Sudafrica durante l’Apartheid. La storia di te che prendi il treno, carrozza di prima classe, e che vieni buttato fuori dal controllore perché di pelle scura mi ha raggelato. Come tutto l’Apartheid, eh? Si, le fonti ufficiali raccontano la loro versione, ma a me piace credere che tu già sapessi.
Chissà se la gente sa che con un gruppo di volontari hai organizzato supporto medico per il popolo Zulù, vessato dai conquistatori Europei. E che sei stato arrestato tante di quelle volte, da venir proclamato anche lì eroe nazionale.
Come già probabilmente sapevi, quando hai scritto al tuo amico Adolf Hitler, quello che sarebbe successo a breve. Tanto che lui non ti ha mai risposto.
Ah, mi è piaciuta moltissimo la storia del Kadhi, il tessuto filato a mano per la fabbricazione degli abiti tradizionali indiani. La ribellione non violenta ai soprusi che poi anche Mandela, dal tuo amato Sudafrica, mise in atto, è una lezione di vita per tutti. Non comprare abiti prodotti dagli Inglesi è stata una genialità, te lo devo proprio dire. Costringere tutto il Congresso ad indossare Kadhi e a prodursi il filato da sé è stata una mossa vincente. Del resto era l’unico modo pacifico per boicottare il monopolio Britannico.
Come disse la tua Rajkumari, in occasione della protesta che coinvolse tutte le donne del Paese:
“Ho capito che tutte le donne sono uguali nel mondo e che vogliono le medesime cose: una famiglia, una casa, i soldi per campare, la libertà. Ho capito che le indiane hanno subìto nella ricerca di quelle cose il più drammatico cambiamento che le donne di un paese abbiano mai subìto. Io non so se questo le renda più felici o infelici, ma di una cosa sono certa: non sono più innocue farfalle. Sono farfalle di ferro.”
Come, mio caro Mr Gandhi, la marcia contro la tassa imposta per l’acquisto del sale. Come hai detto che si chiama? “Satyagraha”, devozione alla verità, lotta non violenta. Eravate pochissimi quando hai iniziato la marcia, siete diventati centinaia per strada. Eravate così tanti che non potevano arrestarvi tutti.
E poi quella storia ridicola delle vedove rinchiuse per sempre in un Ashram, costrette a raparsi i capelli ed a vestire di bianco per comunicare a tutti che erano intoccabili. Bambine di dieci anni, vedove loro malgrado per problemi culturali, dichiarate impure ed inavvicinabili. Ma lo sai che in alcune regioni del nord la pratica è ancora in uso? Morirà mai del tutto questa barbara usanza?
Però Mr Gandhi, ti do due belle notizie. Qualche giorno fa l’omosessualità è stata dichiarata legale e la vecchia legge 377 abolita del tutto. Nel frattempo, la Corte Suprema ha depenalizzato anche l’adulterio. Il mondo va avanti mio caro, ed anche la tua meravigliosa terra deve adeguarsi.
L’organo al vertice del potere giudiziario indiano ha dichiarato incostituzionale una legge del codice penale coloniale che risaliva al 160 anni fa. La legge prevedeva un massimo di cinque anni di reclusione per un uomo che fosse andato a letto con una donna sposata, senza il permesso del marito di lei. La legge 497 recitava: “Chi ha rapporti sessuali con la moglie di un altro, senza il consenso o la connivenza di questi, verrà considerato un adulterio. Ciò non è equiparabile al reato di stupro”. L’articolo in questione era accompagnato da un comma, in materia di procedimenti giudiziari per reati contro il matrimonio, che permetteva al marito leso di sporgere denuncia contro la moglie mentre non permetteva che lo stesso diritto potesse essere rivendicato anche dalle donne tradite dal marito.
Sai Mr Gandhi, quando ho visitato la tua casa a Bombay ho pianto. Ho proprio pianto davanti la tua gigantografia che accoglie i visitatori, davanti ad i tuoi abiti in Kadhi, alle scarpe in cuoio, ai tuoi libri, ai tuoi scritti incorniciati, ai tuoi oggetti. Perché tu sei tutto quello che la mia povera e stupenda Italia necessita. Una mente non violenta, aperta al diverso e tollerante, colta, evoluta.
Grazie Mr Gandhi per quello che hai fatto per l’umanità.