Curiosità sull’India che forse non sapete.
Ci sono delle curiosità da sapere sull’India prima di arrivare.
Non che siano necessarie ma saperle ti aiuta a trovare in fretta il tuo posto all’interno dell’ordinato movimento caotico del sub continente asiatico.
L’India è così diversa dal resto dell’Asia e dal resto del mondo che alcune cose possono sembraci assolutamente bizzarre.
In realtà ho scoperto col tempo che c’è sempre un buon motivo dietro.
Vi elenco qualche curiosità.
Il prezzo dei biglietti per visitare le attrazioni turistiche.
Gli indiani mediamente pagano il prezzo del biglietto un decimo rispetto agli stranieri. Un esempio su tutti è l’ingresso al Taj Mahal, che ha il costo più alto tra tutte le attrazioni.
Due anni fa ho pagato 750 rupie, circa 10 euro, a fronte degli 80 centesimi che pagavano loro.
Le biglietterie hanno sempre due sportelli, uno per i locali ed uno per gli stranieri.
Se quando vi mettete in fila per pagare vedete solo indiani davanti a voi, avete sbagliato posto. La vostra è quella con 2/3 persone prima di voi.
Le file.
Si potrebbe parlare per ore delle file. Fate la fila al bancomat e siete in pochi? Diventerete trasparenti e vi passeranno davanti.
Se fate la fila al bar e non vi mettete in braccio al cliente prima di voi non vi noteranno.
Se invece siete in fila per visitare un monumento o un museo, la sicurezza del posto vi farà passare davanti. La stessa cosa accade al Taj Mahal, accesso preferenziale anche per visitare le tombe all’interno, credo per la differenza di prezzo.
In aeroporto le file ai controlli di sicurezza sono divise per uomini e donne. Anche qui, se vedete solo uomini intorno a voi e siete donne, avete sbagliato fila.
Il metal detector.
Tutti i grandi alberghi ne posseggono uno. Per entrare bisogna depositare le borse esattamente come per i controlli di sicurezza in aeroporto.
E’ pur vero che se vi vedono spesso e vi riconoscono sono molto elastici.
Il metal detector lo trovate anche all’ingresso dei monumenti ma di solito vi aprono la borsa e vi controllano il contenuto. La stessa cosa succede a Goa al Saturday night market di Arpora.
In alternativa trovate cassette di sicurezza dove è obbligatorio riporre gli oggetti personali come succede a Varanasi al Golden Temple.
Qui è obbligatorio anche portare il passaporto. Il motivo ovviamente è l’attacco terroristico.
Il suono del clacson.
L’incessante suono del clacson che ci bombarda le orecchie ha un perché.
La curiosità consiste nel fatto che l’indiano non ha l’abitudine di guardare gli specchietti retrovisori ma ha l’abitudine ai suoni.
Se sorpassi senza usare il clacson si rischia l’incidente perché proprio non usano tanto la vista quanto l’udito. Consiglio utilissimo se decidete di affittare uno scooter.
In più è un modo per far spostare gli animali che bivaccano per strada.
L’accesso agli aeroporti.
In India non è consentito entrare in aeroporto senza documento e titolo di viaggio.
All’ingresso guardie armate controllano che il nome sul biglietto sia uguale a quello del passaporto e che data e orario siano corretti.
Spesso il primo controllo del bagaglio da stiva va fatto appena varcato l’ingresso ed in presenza del passeggero.
Se uscite dalla zona arrivi, e per zona arrivi non intendo quella del recupero bagagli ma l’intera area, non potete rientrare più.
Fumare in pubblico.
Agli uomini si sa, è consentito tutto. Ma se sei donna e fumi in pubblico preparati a ricevere occhiatacce di ogni genere.
Dall’anziana che dopo aver sputato e lanciato immondizia ovunque ti viene a toccare la spalla per dirti che non si fa, al padre che ruota la testa alle figlie che ti guardano a bocca spalancata.
Nel frattempo decine di uomini fumano indisturbati vicino a te. Ok, il fumo fa male, ma solo alle donne?
I cartelli con i divieti.
Su quest’argomento ci ho scritto un post, è una cosa che mi faceva morire dal ridere.
Ma se entri dentro la cultura locale ti rendi conto che più che una curiosità sono mezzi per gestire problemi locali.
Ho sempre sorriso davanti ad i divieti di usare stecche per i selfie, o ai divieti di selfie in genere.
Scopro poi che l’India ha il più alto numero di decessi al mondo a causa dell’ingenua ossessione per questo genere di foto. In verità c’è poco da ridere.
Dry Days.
In molti Stati dell’India è vietato bere alcolici. Negli altri il divieto scatta per circostanze particolari.
E’ vietato vendere o servire alcolici durante il periodo delle elezioni, il giorno precedente le votazioni e durante le feste nazionali. Pensate se da noi vietassero di bere il primo maggio!
Ulteriori Dry Days vengono decisi dai singoli Stati per ricorrenze locali.
Nel Kerala l’alcool è vietato anche il primo giorno di ogni mese.
Questa è la mia esperienza a Goa