Feni, il liquore più bevuto a Goa.
Il liquore più bevuto a Goa si chiama Feni. Si chiama anche Fenny, cashew Fenny, e Kaaju in lingua Konkani, la lingua locale.
Viene prodotto esclusivamente qui utilizzando a volte il succo delle noci di cocco ma per lo più il succo di mele di anacardio. Pare che i primi a produrlo siano stati i monaci cattolici portoghesi che importarono l’albero dal Brasile.
L’anacardio produce un falso frutto, chiamato mela di anacardio, di colore dal giallo al rosso contenente una massa fibrosa. La noce che noi mangiamo proviene invece dal frutto secco ricoperto da una superficie dura. Quando il frutto è maturo, la noce viene separata dalla mela.

Mele di anacardio
Come si ottiene il Feni?
La procedura tradizionale per realizzare il Feni prevede l’estrazione del succo dalle mele previa “calpestatura”, stesso procedimento che si utilizzava durante la vendemmia con l’uva.
Le mele di anacardio venivano sistemate in grandi bacinelle di pietra forata chiamate coimbi, poste su canali di scolo che raccoglievano il succo. Succo che molto spesso veniva messo sottoterra, dentro contenitori ermetici, per potere fermentare in fretta. Ma molti sostengono che non ce ne sia bisogno, dato che fermenta all’aria aperta in tre giorni appena.
Il Feni viene ormai prodotto in enormi quantità e con l’ausilio di moderni macchinari, ma in alcuni villaggi è ancora possibile assistere alla produzione casalinga. A Ponda, all’interno della Piantagione di spezie, una visita guidata vi porterà a seguire i processi di realizzazione del Feni con il metodo tradizionale.
A fermentazione avvenuta inizia il processo di distillazione, che si divide in tre fasi. Nella prima fase il liquido viene fatto bollire in un recipiente molto grande collegato, attraverso un collettore, ad un recipiente più piccolo che viene mantenuto freddo. La pressione provocata dalla vaporizzazione del liquido sposta il distillato nell’altro recipiente.
L’estratto ricavato si chiama Urak, ed è già pronto per essere imbottigliato. Secondo me l’Urak è molto più buono e più fresco del Feni, ma ovviamente sono punti di vista. Va bevuto con ghiaccio e limonata o acqua tonica, la percentuale alcolica si aggira intorno al 15, 16% .
L’Urak è stagionale, si trova solo nel periodo compreso tra marzo e maggio.
Purtroppo non è nemmeno facile trovarlo perché le distillerie lo vendono solo alle taverne locali che ve lo servono da bottiglioni anonimi. Io lo compro sempre all’Happy Bar, lungo la strada che da Anjuna porta a Mapusa. Il proprietario mi riempie una bottiglia di plastica da mezzo litro per 100 rupie, circa 1,30 euro.
Oppure lo versa nella bottiglia dell’Old Monk, sacrilegio!
Il Feni vero e proprio si ottiene con la seconda distillazione – anche se molti in questa fase lo chiamano kazulo – che lo porta ad avere una percentuale di alcool che va dal 20 al 25%. I Goani lo bevono liscio ma suggerisco le prime volte di stemperarlo con limonata perché è traditore.
Al terzo processo di distillazione si ottiene il Feni premium, tasso alcolico dal 40 al 45%. Con questo ho visto crollare bevitori incalliti; io l’ho solo assaggiato, è troppo forte e non mi piace nemmeno il sapore. Per non parlare dell’odore. Ma ripeto, sono gusti personali.
I locali sostengono che sia anche un ottimo rimedio contro tosse, influenza e raffreddore e assicurano che non dia il classico “hangover” da sbronza. Ma su questo punto non ho prove dirette.
E’ abbastanza facile acquistare il Feni nei famosi wine shop presenti in tutta l’India. Controllando la percentuale di alcool segnalata nell’etichetta vi sarà facile individuare quale proviene da due distillazioni e quale da tre.
Però ricordate sempre il detto di Goa:
Non capisci che effetto fa fino a quando non provi ad alzarti.