Film Indiani da vedere
I film Indiani che amo
No, non vi parlerò di filmografia di Bollywood nel mio post sui film Indiani da vedere. Voglio parlarvi di una regista che si chiama Deepa Mehta e della sua trilogia come mezzo per conoscere la cultura e la storia dell’India.
La Mehta è una regista Indiana che ha sposato un Canadese (dal quale poi ha divorziato) e che ha vissuto a Toronto per anni, collaborando anche con George Lucas nella direzione degli episodi “Cronache del giovane Indiana Jones”.
Nel 1996, tornata a Delhi, inizia a girare il primo film della trilogia, “Fire”.
Narra della relazione nata tra due cognate che si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto per via dei matrimoni combinati, ma trascurate dai rispettivi mariti.
Nel 1999 è il turno di “Earth”, girato a Lahore – che adesso è Pakistan – racconta la storia della “Partizione” del 1947, quando gli Inglesi abbandonarono l’India ed esplose la guerra civile, attraverso gli occhi di una ragazzina Parsi e della sua tata. E’ un documento vero e tragico, girato per condannare le guerre di religione.
Queste sono le locandine ufficiali
Nel 2005 è il turno di “Water”, che magari molti di voi avranno visto. Ambientato nel 1939 e girato a Varanasi, tratta del problema delle vedove indiane considerate “intoccabili” e rinchiuse negli ashram fino alla morte. Anche qui la voce narrante è quella di una sposa bambina e vedova nel giro di qualche giorno e tutto il film è una poesia.
La Mehta è stata minacciata e criticata aspramente dagli estremisti induisti al punto da dover interrompere le riprese per poi finirle nello Sri Lanka.
Tra i film indiani da vedere aggiungo un film che ho trovato bellissimo – nonostante avessi già letto il libro – “I Figli della Mezzanotte”, tratto dal best seller di Salman Rushdie. Bombay, 15 agosto 1947. Alla mezzanotte nascono 2 bambini, uno da famiglia ricca, l’altro da un mendicante. L’infermiera decide di scambiarli di culla per riportare giustizia.
Da qui parte un’epopea familiare degna di “Cent’anni di solitudine”, con molti spunti storici interessanti, anche se portarlo sullo schermo e rendere fatti, personaggi, centinaia di avvenimenti e di legami parentali era estremamente difficile ed infatti, secondo me, vi sono molte lacune, ma lo consiglio lo stesso per conoscere la recente storia del Paese.
Guarda il trailer https://www.youtube.com/watch?v=GtVCuwQTChQ
Purtroppo Earth e Fire non sono stati tradotti in italiano ed è possibile vedere i film interi su You Tube con sottotitoli in inglese.
https://www.youtube.com/watch?v=BEJdS7_RC4Q questo è il link
Aggiornamento
Sono appena rientrata da Bombay e durante il volo mi è capitato di guardare Lion. E’ la storia vera di Saroo, un bambino di circa cinque anni che vive vicino Khandwa, nel Madhya Pradesh, Stato dell’India centrale.
Saroo in Hindi vuol dire leone.
Il piccolo Saroo, mentre aspetta il fratello più grande, si addormenta dentro un treno che lo porterà a Calcutta. Non è in grado di dire da dove proviene, non parla il bengali e, dopo una serie di peripezie, finirà in un orfanotrofio e verrà adottato da una famiglia australiana. Un bambino fortunato visto quello che succede nelle più povere province indiane.
Il film è tratto dal libro “Lion. La strada verso casa”, di Saroo Brierley e denuncia la sparizione nel nulla di migliaia di bambini indotti a prostituirsi o finiti nel traffico clandestino di organi. L’attore che interpreta Saroo da adulto è il sempre più figo Dev Patel.
Il piccolo Saroo è interpretato da Sunny Pawar. Ha 8 anni, vive in uno slum a Bombay ed è considerato un eroe.
Non mi vergogno di confessare che nonostante il volo fosse pieno, ho pianto ininterrottamente per tutto il film.
Se invece avete la possibilità di utilizzare Netflix, non perdetevi una serie che ho trovato bellissima, con un cast di attori indiani eccellente. Si chiama “Delhi Crime” ed è la ricostruzione reale dello stupro di gruppo su un autobus di una ragazzina avvenuto nel 2012, lasciata poi agonizzante sul ciglio della strada. In India l’episodio fece molto scalpore e la popolazione di Delhi protestò aspramente contro la polizia che non interveniva. Gli stupratori vennere poi tutti catturati e condannati alla pena di morte. Quello che era considerato il capobranco morì in cella, ufficialmente suicidio. Il resto del gruppo ha chiesto la grazia nel 2017 ma gli è stata rifiutata.