Goa, 25 Dicembre 2018. Io e Poppy.
I preparativi per il Natale fervono e nel frattempo il mio residence si riempie di famiglie con bambini, venute a trascorrere le vacanze. La piscina è ormai un parco giochi, palloni, frisbee, canotti, anzi no appartamenti. Cani, un sacco di cani. I miei, che sono tutto fuorché socievoli, decidono di spostarsi nel retro giardino disturbati da urla e schiamazzi. Reclamano a gran voce le coperte sulle quali dormono, per la prima volta nella loro vita ne hanno una e adesso la esigono.
Ivan, con le sue strampalate teorie di comunicazione canina, sostiene che se dai una coperta ad un randagio, lui crederà di essere ad un livello superiore e guarderà gli altri randagi dall’alto in basso. Ora non che io appoggi queste forme di snobismo, ma in effetti da quando hanno LA COPERTA e dormono al riparo sono diventati più generosi con gli altri cani nella condivisione del cibo. Solo i corvi non hanno ancora il permesso di attingere, ma noto che sono furbissimi e veloci, quindi qualcosa la raccattano sempre. Meno male che alle scimmie il riso con il pollo non interessa, sarebbe una lotta impari…
Comunque, sono arrivate famiglie da tutta l’India ed una dalla Gran Bretagna. Io ho una love story con un bimbo Rajasthani, di Jaypur per la precisione, ha otto anni e adora gli animali. La sorella tredicenne sostiene che ha un debole per me da quando mi ha vista cucinare per i randagi della zona e adesso mi segue ovunque. Quando Ivan è al lavoro si presenta alla porta e mi chiede il permesso di toccare Poppy, impresa titanica perché purtroppo odia i bambini, ha paura del frisbee e dei loro movimenti veloci. Questi cani sono stati abusati malamente da esseri umani, non si fidano. Però stoico mette le sua manina dentro la mia, io glielo faccio annusare mentre ringhia col pelo irto, tanto lo so che non mi morde, e insiste a restare lì fino al punto che lo può accarezzare senza la mia mano sopra. Un baby eroe.
Vi racconto un episodio di qualche giorno fa, tanto per capirci.
Poppy ha l’abitudine di inseguire ed abbaiare a chi passa in moto, ma non a tutti… Ce l’ha solo con qualcuno, tipo un mio vicino settantenne Irlandese perennemente ubriaco. L’altra sera passa con la moto davanti casa mia, Poppy lo insegue abbaiando, lui parcheggia, prende un bastone, torna indietro e gli corre dietro. Per fortuna ero casa, ho gridato fortissimo, sono usciti tutti dalle case e si è dovuto fermare. L’avrei ucciso, ma non avevo armi per fortuna. Mi ha urlato una serie di parolacce del genere “this fucking bastard, I am going to kill him”, e ho capito perchè non abbaia a tutti.
Non vi racconto il seguito perché sono siciliana, non norvegese, le mie contro minacce erano degne di Scarface :-))
Il nostro giardiniere ha un cane tutto nero, per tenerlo sotto controllo gli tira noci di cocco o alza un bastone. Ha smesso di farlo davanti a me dopo che ho avuto una crisi isterica, ma sono certa che continua.
Questo è il motivo principale di tanta diffidenza ed aggressività dei cani randagi indiani, se vi inseguono per strada e cercano di mordervi, ricordatevi sempre che dietro c’è un essere umano di merda.
La famiglia Rajasthani, che sa dell’infatuazione del figlio e lo prende in giro da giorni, mi ha portato un regalo di Natale. Un dolce tipico di Jaypur con tanto di dedica, mi hanno fatto piangere.
Pubblico questo post il 26 Dicembre perché ieri alle tre del pomeriggio, in pieno Natale, una foglia secca della palma che ho in giardino, è cascata sui fili della luce, ha preso fuoco ed il sistema di emergenza ha staccato l’elettricità. A tutte le case. Siamo rimasti per ore senza luce, abbiamo chiamato tutti i numeri dell’universo.
Era un classico caso di “é Natale non verrà mai nessuno”, ma Ivan continuava a sostenere che doveva esserci qualcuno per forza in sede, ubriaco magari, ma doveva esserci. Ho scoperto che ci sono case con elettricità mono face e bi face. Io ovviamente mono fase, i bi fase avevano almeo una luce attiva, una pala al soffitto ed il frigo.
Candele accese e luci di emergenza, eravamo già pronti a dormire fuori perché senza ventilatore è piuttosto impegnativo.
I vicini di Delhi hanno fatto la spola per ore all’ufficio Dipartimento Luce Elettrica, ma non c’era nessuno. L’ha spuntata l’americana con la tecnica della chiamata al call center ogni 30 minuti, poi abbiamo girato il numero agli altri inquilini che hanno fatto lo stesso. Finalmente è arrivato un tizio a sollevare una leva. Tutto qua. Ma poiché è ad alto voltaggio e molto pericolosa, nessuno di noi aveva l’autorizzazione a farlo.
Welcome to India!