Goa e la toilette con il maiale.
Goa e la toilette con il maiale.
A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 Goa era un paradiso per gli hippy di tutto il mondo che arrivavano a frotte a bordo di autobus o alla guida di furgoni. Ci impiegavano settimane, a volte con figli e cani al seguito, per arrivare a Bombay. Poi da qui prendevano il treno o il ferry boat.
I miei amici toscani Roberto ed Annamaria, che vengono a Goa da quarant’anni, mi hanno raccontato decine di aneddoti risalenti al periodo. Dalle tecniche migliori per trovare posto sul ferry boat ai full Moon party di Anjuna sud dove si stava prevalentemente nudi fino al giorno in cui la polizia si presentò in spiaggia ed iniziò a fare multe.
Questo è il racconto della toilette con il maiale.

La toilette con il maiale
Preso posto sul battello per Goa, non senza difficoltà, fanno la conoscenza di un ragazzo napoletano che gli propone di fermarsi a Candolim.
Candolim all’epoca era completamente deserta, non esistevano le strade, la spiaggia era di sabbia bianchissima e l’acqua trasparente. Adesso è un agglomerato di shack, i lidi locali, e la spiaggia si è notevolmente ridotta.
Appena arrivati decidono di affittare una casa molto grande sul lungomare ad una cifra veramente irrisoria, con tantissimo spazio anche all’esterno. All’epoca non esisteva l’acqua calda e nemmeno la doccia, si lavavano con i secchi, abitudine ancora in uso in moltissimi posti.
Annamaria però ha bisogno del bagno e si rende conto che dentro casa non c’è. Chiama la proprietaria che le mostra una piccola casupola un pò defilata, chiusa alla meno peggio con delle tende, sopraelevata rispetto al giardino e con un buco per terra.
Non avendo alternative si prepara a questa nuova esperienza accovacciandosi quando all’improvviso dal buco spunta un muso nero e peloso che inizia a grugnire.
Le urla squarciano il silenzio e la povera Annamaria vola letteralmente fuori, richiamando tutto il vicinato. “No problem Madam” le dicono, il maiale si era solo stancato di aspettare.
La toilette con il maiale era molto diffusa in Cina in epoche preistoriche ma pare che in tempi più recenti la più alta concentrazione si trovasse proprio a Goa.
A Candolim ogni casa ha il suo maiale personale. L’equivalente moderno delle fosse biologiche. Maiale che si indispettisce non poco se la fossa resta vuota. Annamaria decide di chiamare il suo Biancaneve, non so cosa le passasse per la testa quando ha scelto il nome!
Dopo un paio di mesi Biancaneve sparisce per quasi una settimana, la cercano ovunque ormai rassegnati al fatto che è l’unico modo per pulire. Una mattina li sveglia un pianto straziante, come quello di un bambino. Vanno fuori e vedono che la stanno strigliando e ripulendo di tutto punto per mandarla al macello.
C’è poco da fare, il maiale non è loro, la gente del posto è poverissima e Biancaneve è grassa. Adesso hanno un maialino molto più piccolo da nutrire.
Passato qualche giorno, la padrona di casa bussa alla loro porta per regalare delle salsicce. Inutile sottolineare il fatto che nessuno degli occidentali che vivevano qui mangiava maiale per cui si innesca un imbarazzante teatrino di visite giornaliere dei vicini per assicurasi che fossero buone.
Per non dispiacere nessuno Annamaria ha mentito, le ha messe in una borsa e le ha regalate ai cani della spiaggia.
L’altro giorno Roberto mi ha detto, scherzando: “Vedi, i problemi a Goa sono iniziati con l’avvento dello sciacquone. Prima tutto seguiva il ciclo naturale dello smaltimento, il tassello finale erano i corvi. E non esisteva nemmeno la plastica, l’acqua del mare era cristallina e piena di pesci.”
Come dargli torto? Abbiamo fatto danni irreparabili con il progresso e c’è davvero poca voglia di correre ai ripari.
Nota: nei villaggi più poveri dell’entroterra la toilette con il maiale è ancora in uso.