Goa si prepara al Ganpati festival, ma anche io.
Si avvicina il compleanno del dio Ganesha e la comunità induista di Goa si prepara per i festeggiamenti. Il Ganpati festival, più noto come Ganesha Chaturthi festival, è uno dei festival religiosi più sentiti nel sud dell’India e viene atteso con grande impazienza dai devoti. Ganpati è solo uno dei tanti nomi del dio.
Quest’anno le celebrazioni inizieranno il 13 settembre e termineranno il 23 in occasione dell’Anant Chaturdasi.
L’Anant Chaturdasi è il giorno dedicato all’immersione in mare delle statue che rappresentano Ganesha. Il dio Anant è un avatar di Vishnu, Anant in sanscrito significa eterno, immortale, infinito. Chaturdasi invece significa quattordici e nello specifico si intende il quattordicesimo giorno del mese di Bhadrapada nel calendario Hindu.
Nella tradizione induista il mese si considera diviso in 2 parti da 15 giorni ciascuna che variano con le fasi lunari: luna crescente e luna decrescente.
La storia di Ganesha e del festival le ho già raccontate qui, ma questo è il mio primo Ganpati festival a Goa e non vi nascondo una certa eccitazione. Intanto perché ho ricevuto un sacco di inviti da parte di amici goani che vivono il Ganpati come un’occasione per riunire la famiglia ed avere tanti ospiti a casa. E poi perché da sempre ho un debole per Ganesha.
Un pò per la sua bizzarra immagine, per il sovrappeso che lo fa spesso cascare dal suo carro e per essere stato decapitato da Shiva. Ma soprattutto per quello che rappresenta.
Ganesha è il dio a cui si rivolgono gli innamorati che vivono pene d’amore, gli studenti quando devono sostenere un esame, le coppie che non riescono ad avere figli, gli imprenditori quando vogliono chiudere un buon affare. Ma anche chi deve affrontare un colloquio di lavoro o chi vuole una vita migliore. Ganesha è colui che rimuove gli ostacoli e che porta soluzioni ai problemi, che cosa meravigliosa no?
Accarezzare la sua proboscide mi ha sempre dato un senso di pace e serenità unito alla sensazione che potesse effettivamente sentirmi. E questo molto prima di venire in India e capirne il significato. Conoscete occhi più dolci ed intelligenti di quelli dell’elefante? Sembrano parlare.
Io ho un piccolo Ganesha in legno che mi porto dietro e che tocco sistematicamente quando sono preoccupata per qualcosa. Con quel corpo buffo e quell’espressione malinconica come fai a non fidarti?
E poi nessuna donna voleva sposarlo, nonostante fosse il figlio di Shiva. Alla fine sposò due sorelle, Siidi e Buddi, nel più classico stile da matrimonio combinato dai genitori, ed ebbe due figli, Labha e Kshema. Al di là dei fatti che lo portarono ad avere due mogli, in hindi Siidi significa benefici, Buddi significa intelligenza, Labha guadagno e Kshema felicità. Leggendo tra le righe, questi sono i doni che porta a chi lo prega.
Per le strade di Anjuna si iniziano a vedere idoli in cartapesta con le sembianze del dio che presto finiranno immersi in una qualsiasi fonte d’acqua per salutare l’anno trascorso, incluse le bacinelle di plastica da bucato nelle abitazioni private per le statue più piccole. Ma io la mia non la immergerò mai perché è come immergere l’angelo custode. Ok, lo so, faccio confusione tra le religioni ma non sono praticante e questa è la mia massima espressione di religiosità. Parlare con Ganesha esattamente come faccio con i “miei” cani randagi.
E poi forse non sapete che se sussurrate al suo orecchio il vostro desiderio più grande, lui lo esaudirà.
Oggi è capitata una cosa che mi ha colpito. Vado sempre a comprare le sigarette da un anziano signore goano che ha una bancarella al Flea Market ed un piccolo negozio vicino alla gelateria. Lo chiamo “uncle”, zio, in forma rispettosa, e mi piace molto contrattare con lui perché è educato e gentile. Tiro sul prezzo solo per le sigarette, per il cibo mai.
Ho letto di turisti che litigano per venti o trenta rupie per comprare banane o noci di cocco, secondo la squallida teoria che in India tutti vogliono fregarti. Ho visto gente contrattare per 15 centesimi di euro con poveracci che vendono incenso e calamite per strada. Ora va bene farlo nei negozi di souvenir, nei mercati più turistici, ma dal fruttivendolo? Boh.
Comunque, sto divagando. Oggi tutti i supermercati erano chiusi e avevo bisogno di riso locale a basso prezzo per i miei cani quindi decido di andare da lui. Compro pure le patatine per fare il mio solito aperitivo con l’urrak, mi fa il conto e pago. Poi mi chiede se voglio partecipare all’inizio delle celebrazioni per il Ganpati e mi invita ufficialmente a casa sua. Mi spiega dov’è e sottolinea con un sorrisone che gli farebbe un immenso piacere. “Giovedì 13 Madame, la mia casa è aperta agli amici per tutto il giorno”.
Inutile dire che mi sono commossa e che ho accettato subito.
Due giorni fa si è presentato a casa mia all’improvviso quello che era il mio driver l’anno scorso, Raj, che mi ha portato con pazienza in giro per Goa a visitare cose che nemmeno lui aveva mai visto. Non lo vedevo da un pò perché ha subito un brutto intervento all’aorta ed un crollo di globuli bianchi che non riescono a risolvere. E’ venuto solo per invitarmi a casa sua per il festival, non lo vedevo da Aprile anche se eravamo rimasti in contatto. Ovviamente andrò anche da lui, anzi non vedo l’ora di conoscere il resto della famiglia.
Questo è Ganesha. Unisce le persone, crea relazioni, crea amore. E vi garantisco che nessuno di loro intende fregarmi, sono gesti di vera amicizia che resteranno per sempre nel mio cuore.