Viaggi in India. Sosta ad Hampi alla ricerca di Laksmi.
Hampi è uno dei posti più surreali al mondo. E’ anche il posto più bello dell’India del sud, secondo me.
Si trova nello stato nel Karnataka, adiacente al Goa, dal quale si arriva con autobus locali o con mezzi privati. Uno sbattimento, l’opzione migliore è quella di salire su un treno notturno da Bangalore, scendere ad Hospet e prendere un taxi.
Patrimonio Unesco dell’Umanità, è caratterizzato dalla presenza di centinaia di rocce giganti in equilibrio precario sparse un pò ovunque intorno al piccolo villaggio chiamato Hampi Bazaar, che a sua volta si affaccia sul fiume Tungabhadra.
Tra il 1300 ed il 1500 Hampi è la capitale del grande impero Vijayanagara che costruisce un gioiello storico senza precedenti. Innumerevoli i siti archeologici da visitare, tra templi, stalle reali, mercati, statue, Nandi Bull, non basta una settimana per vedere tutto. Le distanze sono enormi, conviene affittare una bicicletta o un rickshaw.
La prima volta che ho messo piede qui ero con la mia amica Chiara e già dal primo momento ho capito che ero nel villaggio di Mowgli del Libro della Giungla.
Quindi ho deciso che Kipling si è ispirato a questo posto e la spaccio per informazione vera 🙂

Le rocce di Hampi

Hampi
Scese dal taxi – era giugno, periodo dei monsoni e nessun mezzo pubblico che andava – un ragazzo in rickshaw ci ha offerto un passaggio verso una delle guest house del villaggio, passaggio che, col senno di poi, si è rivelato una truffa in piena regola.
Dovevamo restare un paio di giorni, siamo rimaste una settimana. Saremmo rimaste per sempre.
Ad Hampi torni indietro di un secolo, il villaggio è diviso da due strade principali e tante piccole stradine secondarie.
L’asfalto non esiste e le continue interruzioni di energia elettrica ti costringono ad uscire con la torcia dopo il tramonto.
Appena fa buio tutti gli animali tornano al tempio principale – è quello del libro, giuro! – il Virupaksha. Quando ci hanno detto di non allontanarci troppo dalle zone abitate perché si incontrano orsi e pantere non ho avuto più dubbi.

Sito archeologico di Hampi, Virupaksha Temple
Il primo giorno siamo subito andate al fiume e abbiamo trascorso la giornata sui Ghat, i gradini che portano in acqua dove i locali trascorrono la giornata, cosa usuale in tutta l’India.

I Ghat di Hampi
Chiara aveva letto nella Lonely Planet dell’elefante sacro che andava ogni giorno a fare il bagno ed era intenzionata a vederlo, ma non l’abbiamo incontrato.
Deluse dal fallimento della missione abbiamo chiesto in giro e abbiamo scoperto che era al tempio principale. Ed in effetti, appena entrate, Laksmi appare in tutto il suo splendore.
Ha anche una famiglia: il conduttore, la moglie e due bimbe piccole. Se le dai una banana – perché è FEMMINA – ti benedice con la proboscide.

Con Laksmi al tempio principale
Chiara, emozionata come una bambina di 5 anni, diventa la migliore amica del conduttore nel giro di due ore e vivrà con loro per tutta la settimana.
L’ho pure persa per un giorno intero perché, mentre era al fiume con loro, è stata invitata ad un matrimonio ed è andata senza avvisarmi!

Laksmi al bagno
Laksmi fa il bagno ogni mattina verso le 8 ed è uno spettacolo esilarante.
Inizia a scendere i gradini, si ferma a metà per fare i suoi giganteschi bisogni – che restano lì per sempre – poi entra in acqua e si fa strigliare per bene muovendo le orecchie per palesare piacere.
Un’infinità di scimmie convive con i locali, non vengono al fiume ma in compenso te le ritrovi fuori dalle guesthouse intente a spulciarsi sopra il tuo asciugamani con i neonati attaccati al ventre.
Al di là del fiume c’è il villaggio di Anegondi, lo attraversi con una barchetta locale pagando poche rupie. Al punto di approdo puoi anche affittare uno scooter e visitare il resto del complesso in completa libertà. Ma chiedete sempre gli orari delle ultime corse perchè terminano abbastanza presto.
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Nel frattempo programmiamo di visitare il sito archeologico ed il ragazzo che ci aveva dato passaggio si propone per accompagnarci in giro per tre giorni.
Tentiamo di concordare una tariffa prima di iniziare, ma continua a rispondere che siamo libere di decidere la somma. Ci intorta pure con una storia strappalacrime.
Alla fine dei tre giorni decidiamo di dargli quaranta euro – cifra folle per il posto, ci porta col rickshaw da un sito all’altro per poche ore al giorno – ma lui all’improvviso ne pretende cento, abbandona l’aria da bravo ragazzo e diventa aggressivo.
Ne nasce una discussione, in pubblico, infinita, che è l’unica nota dolente del soggiorno, ma serva da esperienza ad altri.
Lasciamo questo posto incantato con la morte nel cuore, dirette alla stazione dei treni di Hospet per spostarci a Bangalore con treno notturno ma questo è un altro post…
Chiara alla vista delle cuccette e delle lenzuola fornite ha avuto una crisi di nervi, io una conseguente crisi di risate irrefrenabili durata tutta la notte.