Hijra, il terzo sesso indiano.
Hijra, le origini del terzo sesso.

Foto presa dal web
Con il termine Hijra in India, Nepal, Pakistan e Bangladesh si intende quello che per noi è l’ermafrodita o l’eunuco.
Il terzo sesso è accettato da sempre nella religione induista e, da qualche anno, riconosciuto legalmente come Terzo Genere nei quattro Paesi.
Difficile parlarne in italiano usando solo il maschile o solo il femminile.
La figura dell’Hijra esiste sin dai tempi del Kama Sutra dove spesso vengono citate unioni fisiche tra uomini con sembianze femminili ed altri uomini.
L’eunuco era celebrato e venerato nei poemi epici del Ramayana e del Mahabharata come sacerdote della fertilità.
Nella mitologia induista spesso le divinità maschili si trasformano in esseri femminili per unirsi ad altre divinità maschili con le quali hanno anche figli.
L’esempio più famoso è quello di Shiva invaghito della maga Mohini che altri non era che il dio Vishnu con sembianze da donna.
In Tamil Nadu lo stesso episodio vede il guerriero Aravan sacrificare la sua vita per la causa familiare a patto di potersi sposare la notte prima della battaglia che lo ucciderà.
Il dio Krishna si trasforma in Mohini e giace con lui; le Hijras si riconoscono nella figura di questa donna.
Vicino Chennai annualmente si celebra un festival a loro dedicato che culmina con la cerimonia del taglio della mangalsutra, la catena matrimoniale indiana, e con la successiva vedovanza.
La colonizzazione britannica ha ribaltato la tradizione locale al punto da definirle criminali per emarginarle del tutto dalla società.
Sono uomini che nascono senza genitali o che vengono castrati, volontariamente e non, attraverso un vero e proprio rito di iniziazione chiamato nirwaan.
Venivano – e vengono tutt’ora – ripudiati dalle famiglie ed allontanati dai villaggi perché effemminati o omosessuali.
Nel peggiore dei casi venivano venduti ai bordelli delle grandi città e castrati contro la loro volontà.
La maggior parte infatti vive ancora di elemosina e prostituzione.
Vivono in comunità chiuse gestite da guru; nel territorio indiano esistono sette diverse “famiglie” alle quali possono scegliere di appartenere dopo la rimozione dei genitali.
Il Terzo genere viene ufficialmente riconosciuto nel 2015.
Negli ultimi anni, grazie anche al riconoscimento del Terzo genere, molte Hijras si sono sottoposte a terapie ormonali e operazioni di chirurgia estetica per diventare interamente donne.
Al Terzo Genere appartengono infatti anche transessuali e transgender o comunque tutti i cambi di sesso o le identità poco chiare.
Possono votare, ottenere il passaporto e qualsiasi documento ufficiale; vicino le lettere M ed F si è aggiunta la lettera O, other.
La stessa cosa non è consentita agli omosessuali in quanto uomini che come tali si mostrano. In India l’omosessualità è considerata ancora un reato penale, anche questo regalo britannico.
Poiché appartenenti a gruppi svantaggiati non rientrano in nessuna casta.
Gli Stati indiani sono adesso tenuti a concedere una percentuale di assunzioni nel sistema statale e a garantire cure mediche senza dover specificare il sesso di appartenenza.
Un esempio su tutti è l’avvocato transgender Laxmi Tripathi, che si è battuta per i diritti degli Hijras ma che è anche una famosa insegnante di danza.
Negli recente passato Hijras hanno vinto elezioni, sono entrate nel campo della politica ed hanno partecipato come modelle a sfilate di moda.
La cultura popolare crede che le Hijras abbiano il potere di donare fertilità e vigore sessuale.
Il loro modo di mendicare consiste nel muoversi in gruppo cantando e ballando.
Si presentano ai matrimoni o percorrono gli scompartimenti dei treni in lungo e largo battendo le mani; gli uomini danno loro soldi e cibo pur di non venire perseguitati dalla sfortuna sessuale.
questi post, brevi e chiarissimi, dovrebbero essere condivisi ovunque! Con poche parole si imparano cose di altre culture con le quali è complesso interfacciarmi durante i nostri viaggi e ci è dato approfondire solo leggendo! Grazie!
Grazie a te per il commento! Lo scopo era appunto facilitare l’approccio all’India. Sono contenta ti sia stato utile!
Un argomento molto interessante, per me ancora di più perché ogni cosa che riguarda la mia amata India mi interessa <3
Ricordo che tempo fa, prima che partissi per il mio primo viaggio nel sud dell'India (di cui spero riuscirò presto a scrivere), avevo visto un documentario sugli Hijras, e credo proprio di averne incontrati alcuni: sul lungomare di Pondicherry, e sul treno che da Madurai andava in Kerala.
Grazie per averci fornito spunti per capire meglio il loro mondo…..mi piacerebbe partecipare al festival che si svolge a Chennai.
Credo che io e te potremmo farci delle belle chiacchierate sull'India…continuerò a leggerti! 🙂
Certo, a Pondicherry è pieno di Hijras ovunque!! Sono state le uniche che mi hanno aiutato a fare bancomat durante la demonetizzazione, una giornata da incorniciare… io disperata e loro che mi rimbalzavano da un posto all’altro 😀 per la chiaccherata quando vuoi, con immenso piacere. Io poi amo il Tamil Nadu ed il Kerala.
E’ incredibile quanto certi popoli sono avanti a noi e purtroppo cosi arretrati per colpa degli sciacallaggi occidentali. Articolo molto interessante.
Degli sciacallaggi ne potremmo parlare per ore… ed il risultato è purtroppo sotto gli occhi di tutti 🙁
Non sapevo che per l’Hijra avessero coniato il terzo sesso. Ma sapevo di questa opportunità per chi è ermafrodite o transgender.
Anche io l’ho scoperto da poco :-))
È incredibile come queste civiltà per cultura molto aperte ed evolute sono regredite a causa degli occidentali che avrebbero dovuto portare civiltà e progresso…l ‘articolo rende in maniera autentica e per nulla parziale la condizione di disagio ed emarginazione che questi ragazzi sono costretti a vivere…chissà se un giorno l’ India potrà tornare indietro e far rivivere la cultura passata, quando era anni luce avanti rispetto a noi occidentali egocentrici e distruttivi.
Che cosa vera che hai detto!Civiltà e progresso non vanno d’accordo con il puritanesimo o col tentare di stravolgere la cultura locale.
È molto interessante, nonché molto triste, la contraddizione che avvolge queste “figure”, degli dei nella tradizione epica, ma degli emarginati nella realtà sociale, riconosciuti giuridicamente come terzo sesso (ciò indice di civiltà e istruzione), ma allo stesso tempo dominati dalla superstizione, si potrebbe parlare per ore, mi hai dato lo spunto per informarmi di più in merito e tentare di capire questa cultura così lontana e, per certi versi, così vicina dalla nostra…
Se ne potrebbe parlare per ore, per questo ne scrivo. Per tentare di capire pure io 🙂
Tu mi fai venire sempre più voglia di partire per l’India! Già solo la foto basta e avanza. Nel mio cuore è rimasta Dee Dee, una lady boy tailandese conosciuta in Malesia. Mi sono chiesta che vita difficile abbia avuto. Nella speranza che un giorno finalmente a nessuno freghi niente di che sesso sei e di chi ti innamori.
Tutte le volte che sono stata in difficoltà se c’era un Hijra in giro ero salva. Anche la condizione del lady boy è drammatica, è vero… Sia benedetto il giorno in cui a nessuno importi più nulla, lo attendo con ansia.