Il pre monsone è il momento peggiore dell’anno, provare per credere
Il caldo pre monsone è soffocante, la luce va e viene ed i ventilatori non funzionano. Nel frattempo anche gli animali soffrono e decidono di andare in giro al tramonto. Ieri sera due uccelli stupendi sono planati sul tetto della casa che ho di fronte ed hanno iniziato a pavoneggiarsi facendo allontanare le scimmie che erano intorno. In effetti sembravano pavoni, erano enormi e volavano molto alto. Sfrontati, senza paura, belli ed arroganti. Ma non sono riuscita a fare una foto decente.
Negli ultimi due giorni ben tre serpenti sono passati dai gradini che conducono al mio ingresso e qui sì, paura tanta. Loro più di me, credo. In un micro secondo devi afferrare il cane che è pronto all’attacco, sbatterlo dentro casa e chiudere la porta.
Ma mica posso stare tutto il giorno a monitorare la porta di casa, no?
Menomale che ho una casa portoghese finta, ovvero il tetto è sigillato e va bene che non passa l’aria – insomma non va benissimo durante il pre monsone – ma chissenefrega. Almeno non passa nulla.
Non potrei mai vivere come la mia amica Irlandese Shannagh che si è trasferita nel villaggio qui vicino e che ha tutta la mia stima. Paga pochissimo di affitto per una casa grandissima con giardino. E tetto aperto. Per tetto aperto intendo aperture laterali che consentono appunto la circolazione dell’aria durante il pre monsone e non solo. Quando le hanno costruite non c’era l’energia elettrica.
La sera recupera piccoli pipistrelli che hanno smarrito la strada e li riporta fuori. Mi manda pure le foto. Se entra un serpente si illumina di felicità, passa ore a seguirlo e studiarlo. Li adora e riconosce tutte le specie. E’ occidentale pure lei, eh? Eppure è riuscita a salvare anche uno scorpione ferito, a metterlo dentro una scatola per giorni per poi liberarlo quando ha visto che si muoveva.
Qualche giorno fa c’era un ratto morto nel vialetto. La mia vicina Goana, di 24 anni, l’ha preso per la coda e l’ha buttato nel cestino dell’immondizia senza battere ciglio. “Perché sai – mi ha detto – probabilmente l’hanno avvelenato, è meglio che i cani non lo vedano”. Non ho urlato per dignità.
Non va sempre male, spesso gli intrusi pre monsone sono innocui.
Le rane per esempio. Rane ovunque. Una dorme dentro la cassetta che contiene il contatore della luce, un’altra non si schioda dalla pianta del prezzemolo e mi tocca annaffiarla ogni giorno. La terza passa intere giornate a passeggiare lungo lo stendino e sul bucato.
Ma sto monsone quando arriva? Ora capisco il perché della danza della pioggia, mai avrei potuto pensare di volerla così tanto!