Il villaggio di Siolim ed il Sunset bar and kitchen
Siolim è una meta di passaggio obbligata se si va verso le spiagge nord di Goa, da Morjim ad Arambol fino a Querim beach e Tiracol.
Si è obbligati a passarci in mezzo per attraversare il ponte che la collega alle spiagge.
E’ il classico tranquillo villaggio Goano che ruota intorno alla chiesa Madre e che è attraversato dal Chapora river, dove è ancora possibile affittare appartamenti carini per circa 200 euro al mese. Tantissimi i cartelli “affittasi” e molte guest house.
La chiesa principale di Siolim è dedicata a Sant’ Antonio da Padova, prete portoghese nato a Lisbona e morto nella cittadina italiana. La statua all’interno lo rappresenta nell’atto di tenere un serpente al guinzaglio.

Foto credit: Flickriver
Una leggenda locale racconta della presenza di un serpente velenoso durante i lavori di costruzione della chiesa. La manovalanza impegnata pregò il santo per giorni fino a quando, una mattina, il serpente fu trovato impigliato alla corda che la statua di Sant’ Antonio teneva in mano.
Guardando la chiesa, alle vostre spalle c’è una stradina che costeggia il fiume e porta al villaggio di Chapora. A sinistra, attraversando il ponticello, si va verso le spiagge del nord, a destra si va ad Assagao.
La strada che costeggia il fiume è una delle strade più belle della zona, regala tramonti mozzafiato e bellissimi paesaggi, ma state attenti alle scimmie che attraversano senza guardasi intorno!
Lungo la strada fluviale di Siolim troverete una bakery, Rare Republic, gestita da una coppia mista. Lei spagnola, lui indiano del Rajasthan, sfornano un pane buonissimo, fatto con diversi tipi di farina. Se avete nostalgia di casa, questo è il posto giusto, specialmente per cornetti e cappuccino. All’interno anche un frequentatissimo negozio di abbigliamento.
A seguire, un paio di strutture alberghiere belle e costose, come il Teso Waterfront Resort, ed il pub ristorante Eldou’s, cibo goano e musica dal vivo. Poco prima, sulla destra, un delizioso piccolo albergo con stanze a tema e vista a trecentosessanta gradi sulla giungla. Ho conosciuto le ragazze che lo gestiscono a novembre, mentre cercavo casa e mentre era ancora in costruzione. Hanno fatto un bellissimo lavoro, ma purtroppo ancora non ha aperto, vi aggiorno.
Che poi, guarda caso, è giusto prima della casa della mia amica Bee. Se mai dovesse servirvi un sarto, il suo padrone di casa ha la sartoria al piano terra ed è bravissimo. Io mi affido sempre a lui.
E poi, alle spalle di casa di Bee, e davvero non saprei come spiegarvi la strada perché dovreste prendere una traversa sulla destra, una qualunque che vi avvicina al fiume, c’è un posto chiamato Uddo Life, The Sunset bar and Kitchen.

Vista del fiume Chapora
Ma come ci sono finita?
La coppia di miei vicini inglesi, quelli che avevano trovato il cane Jack in fin di vita e lo aveva salvato, ha deciso di vendere casa e di spostarsi a Siolim in una appartamento in affitto.
Curavano due cani qui, che sono diventati miei da quando sono andati via, perché sono cani un pò complicati. Pensiamo siano stati picchiati perché non si fidano di nessuno. La femmina, Chiky girl, non si fa avvicinare, è qui da circa due anni, odia le altre femmine ma per il resto è mansueta.
Il maschio, Poppy, ringhia a tutti quelli che non conosce e a volte morde. Ha un debole per me, quindi ho vinto questo premio. Scherzo, mi sta più che bene, perché con me è un angelo. Però è un cane randagio adulto quindi ingestibile in presenza di estranei.
Devo dire che non cerca di mordere più nessuno dei miei ospiti, si è rassegnato e si tiene lontano se ho gente a casa. Quando viene Ivan, resta davanti la porta di casa lamentoso e non entra manco sotto tortura, però almeno non abbaia più.
Insomma, Pat e John, i miei vicini inglesi, si trasferiscono a Siolim e stamattina vengono a prendermi per portarmi a vedere casa nuova. A che siamo lì, mi presentano il loro fornitore di carne per cani, 5 chili di frattaglie di pollo per 2.50 euro.
E poi mi invitano a pranzo da Uddo Life.
Ragazzi che posto! Vi prego, se siete a Siolim, dovete venire a mangiare qui. E’ sul fiume, e quando dico sul fiume dico davvero. Posto informale, non vi aspettate lusso, ma servizio ineccepibile.
Dal tavolo potevo vedere i pescatori di sardine camminare con la bassa marea nella sabbia ed affondare il retino nel fiume. Il tramonto è un’esperienza surreale, la palla arancione si appoggia sull’acqua che diventa arancione a sua volta.

Pescatori di sardine
Nel frattempo, cani e gatti vi fanno compagnia. I camerieri cercano di allontanarli ma il nostro era un tavolo che li attirava e abbiamo chiesto di lasciarli lì.
Porzioni di cibo genere fusion, quindi non abbondanti, ma il pesce è buonissimo, tutto. John ha optato per spaghetti aglio e olio e, per quanto fosse impossibilitato a pronunciarlo correttamente, erano abbastanza buoni ma un pò troppo cotti, all’indiana. Incredibilmente anche il vino non era male.
Devo scrivere un post sul vino indiano uno di questi giorni, perché io non bevo birra e ormai sono diventata veramente esperta. Bere vino europeo di qualità medio scadente a prezzi esorbitanti non va a nessuno. Purtroppo l’India è relativamente nuova alla cultura del vino e quindi riscontro sempre enormi difficoltà. Ma anche qui, per un bicchiere di vino locale bevibile ci vogliono almeno cinque euro. Nel caso specifico, ne ho spesi quattro. Bevibile eh? Non vi aspettate chissà che cosa.
Durante il week end, band locali suonano musica dal vivo e durante la settimana è più un luogo romantico che un party place, classico posto dove corteggiare la persona giusta. Contano di rimanere aperti durante il monsone, si stanno attrezzando.
Imperdibile, credetemi.
Nota: è stato un colpo di fulmine, è l’unico motivo per cui sponsorizzo il posto.