Isola di Divar. Un gioiello sconosciuto al turismo.
L’ isola di Divar fa parte delle diciassette isole adagiate lungo il fiume Mondovì, proprio di fronte la capitale, Panjim.
Fu uno dei primi insediamenti portoghesi nel 1500 grazie alla posizione ed al clima temperato. Del periodo precedente resta poco o nulla a causa di una conversione forzata al cattolicesimo da parte dei conquistatori.
La popolazione di origine musulmana abbandonò l’ isola di Divar per rifugiarsi all’interno e, in seguito, una gravissima epidemia di peste spopolò le isole e l’antica capitale, Old Goa.
Restano bellissime ville coloniali, chiese di un bianco abbagliante con annessi antichi cimiteri cattolici, la vecchia ferrovia Konkani e qualche tempio induista.
Ma il fascino dell’isola è dato dalla natura incontaminata, dalla pace che si respira e dallo stile di vita dei suoi abitanti. Un tuffo nel passato, la chiara visione di come viveva Goa prima dell’arrivo del turismo occidentale.

Albero non ben identificato
Qualche scooter, poche macchine, un autobus navetta che gira in tondo e che non si paga. Io consiglio vivamente di arrivare con la moto per potere esplorare in pace tutti gli angoli nascosti, le chiese sono tutte in collina e distano un pò dalle fermate dell’autobus. Si può andare anche in taxi o con macchina a noleggio.

Chiesa di San Matteo
Prima di proseguire nella lettura, vi suggerisco di leggere il mio precedente post.
Come arrivare all’ isola di Divar.
I traghetti per l’ isola di Divar partono sia da Old Goa che da Ribandar, piccolo villaggio appena fuori Panjim.

Approdo a Rinbadar
Un servizio di bus collega giornalmente Panjim sia a Ribandar che ad Old Goa.
Ribandar ha due punti d’approdo. Il primo va all’isola di Chorao, il secondo a Divar e si chiama St. Pedro. Distano un paio di chilometri l’uno dall’altro.
Da Ribandar la prima corsa inizia alle sei e trenta del mattino, l’ultima finisce a mezzanotte e quarantacinque con una frequenza di uno ogni quindici minuti. Durante i monsoni gli orari possono variare. L’informazione l’ho avuta dal capitano del battello, non esiste una biglietteria, ma combacia con quanto segnalato nel sito web River Navigation Department Goa.
Il trasporto è gratuito per i mezzi a due ruote e costa circa venti rupie per le quattro ruote. I biglietti si fanno a bordo.
Non ho mai preso il traghetto da Old Goa, i marinai mi hanno informato che le corse da lì sono più sporadiche.
Si approda alla punta sud dell’isola e, a parte un cartello di benvenuto, non c’è altro. Se siete sprovvisti di mezzo di trasporto attendete qui l’autobus che passa ogni trenta minuti.
Le condizioni delle strade sono incredibilmente buone, quindi comodamente percorribili anche in bicicletta.
Divar ha altri due approdi a nord. Amboi porta all’isola Vanxim e Naroa nelle vicinanze della Bicholim road, nell’aerea di Goa denominata Bardez.
Cosa fare a Divar
Nell’ isola di Divar ci sono solo tre villaggi. Piedade, il più grande, con la bellissima chiesa di Our Lady of Compassion posta in cima alla collina, dalla quale si riesce a vedere Old Goa.
Piccole cappelle sono sparse intorno al villaggio, fianco a fianco con magnifiche ville portoghesi.
Malar, con la chiesa di San Matteo posta al centro del paese e la vecchia ferrovia che attraversa la giungla. A Malar si tiene uno dei due festival più famosi di Divar, il Bonderam.
Ha luogo alla fine di Agosto ed è una sorta di Carnevale locale. Poco prima di Pasqua si tiene invece il Potekar, l’equivalente della festa di Halloween.
Naroa, un tempo centro di pellegrinaggio induista, con le rovine di un vecchio forte ed i resti dell’area archeologica di Koti Tirth Tali, che era sede di 108 templi ed ora in stato di abbandono.
Da Naroa partono i traghetti per Vanxim, piccola isola che si gira in un’ora.
Dove mangiare
A Piedade c’è qualche piccolo ristorante locale, quando sono andata io erano però tutti chiusi tranne il Rock Inn bar and restaurant. Scelta limitata a cucina Goana, prezzi molto economici. Si compra da bere nei tipici baretti indiani posti lungo la strada.

Ristorante locale a Piedade
A Malar c’è un “Indian Chinese restaurant” ed un paio di bar vicino la chiesa. Se rimatene per la notte non perdetevi il tramonto lungo il fiume sorseggiando Feni, la bevanda locale.
Dove dormire.
L’ isola di Divar non offre molte alternative dato che non mi pare essere a vocazione turistica.
Sorprendentemente ospita un lussuoso centro ayurvedico che organizza settimane con formula tutto compreso, il Devaaya. Alle spalle del centro partono i traghetti per Vanxim.
Un’alternativa interessante può essere quella di affittare una villa portoghese tramite il portale Airbnb per trascorrere qualche giorno nel silenzio assoluto.
La guesthouse più rinomata è la IslandhouseGoa, questo è il loro sito web.
Vi ho convinto? Spero proprio di sì, perchè ne vale la pena!