La mia (breve) visita all’International Animal Rescue di Assagao
Una delle mie vicine di casa, che è irlandese, lavora come volontaria part time da quasi tre anni all’International Animal Rescue di Assagao.
Lei è infermiera specializzata e non ha mai guadagnato un soldo. La premessa serve per capire in che condizioni economiche sopravvivono questi centri e quanta passione ci vuole per lavorarci.
Non è roba da poco prestare per anni un aiuto concreto che non è remunerato.
Mi ha invitato spesso ad andare a visitare L’ Animal Rescue di Assagao e finalmente ieri mi sono decisa.
Lungo la salita che porta al centro decine di grossi cagnoloni mangiano da ciotole comuni sparse in giro e mi scodinzolano festosi. E dire che se passo con lo scooter in mezzo ad un branco di questi la notte tentano sempre di aggredirmi, quindi ero un pò prevenuta.
Non perchè siano aggressivi ma perchè hanno un forte senso del controllo del loro territorio. Appena arrivo al parcheggio altri cani vengono a salutarmi.
La mia amica non ha ricevuto il messaggio che le avevo mandato e quando arrivo mi dicono che è andata via da dieci minuti. Ma nulla qui avviene per caso.
Quindi ho fatto un breve giro da sola e sono vigliaccamente fuggita. Se ci fosse stata lei sarei rimasta e non avrei mai più smesso di piangere.
Avevo letto tanto dell’ Animal Rescue di Assagao, ma anche di altri centri vicini. Tutti gli articoli sono divertenti, interessanti, teneri. Invitano all’adozione e alle donazioni. Mostrano in primo piano foto di bellissimi cuccioli in salute da mangiare di baci. Invece…
Invece la prima cosa che sento appena varco il cancello della reception è paura, dolore e sofferenza. Il retroscena è ben diverso, la vita reale è un’altra cosa.
Non mi fraintendete, fanno un lavoro encomiabile. Stanno cercando di sterilizzare tutti gli animali randagi che trovano e periodicamente li vaccinano contro la rabbia. In aggiunta tentano di salvare la vita a chi è vittima di incidenti o aggressioni violente. Da parte di altri animali o da parte di così detti esseri umani.
Per fortuna anche a Goa sono previste pene severe che vanno dalla multa all’arresto.

Fino a 5 anni di prigione per chi maltratta gli animali
Ma la maggior parte di questi animali è abituata a vivere libera, quindi a parte la sofferenza fisica c’è quella dell’essere rinchiusi in gabbia. Sono stata accolta da pianti strazianti, pianti di dolore e pianti di paura.
I cani più aggressivi vengono raccolti con un’enorme rete verde e lì dentro lasciati fino a quando il sedativo fa effetto. Nel frattempo ululati disperati ti spaccano le orecchie.
Non puoi neanche avvicinarti per fare una carezza perché con un morso ti parte un braccio. Poi ci sono quelli in isolamento a causa di brutte infezioni contagiose e, giustamente, possono essere avvicinati solo dal personale specializzato e non dai visitatori.
Ogni volta che a Goa vedete un animale randagio con un pezzettino di orecchio mancante vuol dire che è già stato sterilizzato e vaccinato. I volontari li riconoscono così.
L’ Animal Rescue di Assagao sopravvive grazie alle donazioni e al lavoro instancabile di questi angeli. Non stupitevi pertanto se non riescono a raccogliere tutte le chiamate, a inviare soccorsi ovunque, ad operare gratis tutti. E’ umanamente impossibile. Ci vorrebbe il triplo del personale ed una barca di soldi.
Fanno quello che possono e vi assicuro che fanno tanto. E lo fanno con professionalità e amore verso gli animali.
Hanno bisogno di tutto, incluso il nostro tempo libero che possiamo dedicare anche solo nel portare a passeggio i cani in riabilitazione o a giocare con i cuccioli. Però è necessario mostrare il certificato di vaccinazione anti rabbica, che io per esempio non ho.
E poi bisogna avere lo stomaco forte e io sono sprovvista anche di quello. Perché mentre giochi con cani, gatti e baby scimmie decine di altri animali intorno a te si lamentano, non credo tanto per il dolore quanto per l’essere rinchiusi.
Guariranno e verranno rimessi in libertà ma loro non lo sanno. E certe volte, anche se di nuovo liberi, tenteranno di tornare al centro.
Vi racconto di Jack.

Jack a casa mia
A Jack hanno dovuto amputare una gamba dopo essere stato investito da una moto. L’hanno trovato i miei vicini inglesi e hanno pure pagato l’operazione. Quando, dopo un mese che stava nel nostro compound, l’hanno rimesso insieme al suo branco, Jack è caduto in depressione.
Materasso per dormire al coperto, tre pasti al giorno, bagno, biscotti, coccole da tutti. Non ne voleva sapere di tornare libero.
Ma questo è un caso particolare e posso garantirvi che adesso è di nuovo felice e che continua a dormire sul ciglio della strada come se niente fosse successo. Lo vado a trovare quasi tutti i giorni ed è stato adottato da una famiglia Goana che abita lì.
Il volontariato all’ Animal Rescue di Assagao può essere svolto anche da chi non alloggia al centro, basta contattarli preventivamente qui.
Superfluo ricordare che è un impegno serio e come tale va preso.