L’ultima cena, il cobra e le mie vicine di casa.
Inizia il dramma del visto che scade, sono costretta ad uscire dal Paese ed ogni volta per me è sempre più triste.
Poco prima di tornare in Italia, le mie vicine di casa hanno proposto una cena fuori per salutarci. Shannagh, irlandese che fa la volontaria all’Animal Rescue di Assagao, Dorotheè, francese, che ha aperto una pizzeria con il marito indiano e Shruti, di Bombay che insegna yoga. E che stalkero da giorni per farmi dare lezioni di Hindi.
Decidiamo il posto, prenotiamo, Shruti addirittura allerta il suo driver per andare tutte insieme in macchina e potere bere senza dover guidare. Troppo bello per essere vero, ed infatti parte il “cobra tormentone”.
Verso le 4 del pomeriggio Shruti bussa alla mia porta con espressione mogia. C’è un cobra nel suo giardino, ha trovato i suoi due cani pietrificati che lo fissavano. Li ha chiusi in fretta dentro casa ma ha pure due gatti. Se il cobra non si muove non può lasciare due cani e due gatti da soli in casa.
In più, poco prima ha salvato per un pelo un baby scoiattolo proprio dai suoi gatti che se lo lanciavano tipo pallina e l’ha nascosto sotto la radice di un albero. Per fortuna la madre è venuta a riprenderselo.
Mi fiondo a casa sua e dalla finestra della cucina osservo il cobra. E’ immobile. Davvero, non si muove e non ha intenzione di andarsene. Forse ha creduto di poter essere il quinto animale di Shruti.
Lo monitoriamo per circa tre ore ma non succede nulla. Shannagh, che è innamorata dei serpenti, si avvicina con un bastone e prova a spostarlo ma il cobra alza la testa e rientra di corsa dentro casa. Fine della cena. O forse no, Dorotheè propone di portare i cani di Shruti in pizzeria da suo marito che per fortuna accetta.
Ah, se mai vi capitasse di passare da qui e avete voglia di una vera pizza, il posto si chiama Melt e si trova alle spalle dell’incrocio tra Anjuna e Arpora. Forno a legna ed un bellissimo spazio nella giungla.
Shruti ha intenzione di chiamare “l’uomo dei serpenti” l’indomani per spostare il cobra. Qui c’è l’uomo dei serpenti, l’uomo delle noci di cocco, l’uomo delle api.
L’uomo delle api l’ho conosciuto, è venuto a spostare un alveare gigante dal mio giardino, a piedi nudi, in short e maglietta. Ho preferito non assistere, avevo visioni di lui assaltato dalle api e non ho avuto il coraggio. Invece non è successo nulla, nemmeno una puntura.
L’uomo delle noci di cocco è una presenza abituale. Si arrampica legandosi una corda alle caviglie e con un machete nella cintura. Quando lui è lì sopra bisogna stare lontani dagli alberi perché fa cascare decine di noci di cocco. Lo chiamiamo quando le noci iniziano a cascare da sole e se per caso ti trovi sotto ci resti secca. No, davvero, la percentuale di morti per noci di cocco è altissima, non è uno scherzo.
L’uomo dei serpenti, invece, li riporta nella giungla. Non vedevo l’ora di assistere, ovviamente dal vetro della finestra chiusa.
Però l’indomani mattina circola la voce che il cobra è morto. Intorno alla piscina non si parla d’altro. Shruti non è a casa quindi non ho conferme.
Che è successo? E’ successo che una delle giardiniere, quella arrogante del Bihar, stava annaffiando alle spalle del giardino di Shruti e lei l’ha avvisata del cobra e le ha chiesto di tornare nel pomeriggio. Poi Shruti è uscita e quando è tornata ha sentito una puzza stranissima proveniente da fuori. Si è avvicinata al serpente e ha capito che era morto, aveva la testa schiacciata.
Shruti le ha urlato contro per un’ora ma non credo che lei abbia capito la gravità del suo gesto. Non c’era motivo di ammazzarlo, si poteva riportare nel suo habitat naturale. Mi sono presa un dispiacere gigante, mai avrei pensato di piangere per un serpente.
L’India è una contraddizione costante. Gli animali sono tutti sacri e non si toccano, però poi non vale per i cani. La giardiniera uccide un cobra che ha solo sbagliato strada perchè vuole finire il suo lavoro in fretta ed un idiota attacca i tori bruciandoli con l’acido per allontanarli dalla sua proprietà. Questo episodio mi ha ricordato che non dirò mai più “in India funziona così” perchè un giorno è vero ed il giorno dopo è tutto l’opposto. Sono veramente troppi per potere definire una linea di condotta, questa è una delle poche certezze che ho.