Mia adorata Goa, quanto sei incompresa!
Goa, mia adorata Goa, quanto sei incompresa!
Quanti commenti superficiali leggo in giro quando si parla di te!

Arambol
Ma ho intenzione di difenderti pubblicamente una volta e per tutte.
Cari turisti viaggiatori, questa lettera è per chi di voi la denigra e non la considerate la “vera India”.
Già l’affermazione “vera India” mi fa sorridere, che intendete con vera India? Povertà portata all’estremo? O è il frutto della vostra proiezione mentale sull’idea che avete del posto?
L’India è il settimo Paese per estensione geografica al mondo (3.287.263 km²) ed il secondo più popolato, con 1.335.250.000 abitanti. Conta 29 Stati e 7 territori tra cui Delhi. (Wikipedia – 2017).
Ogni Stato ha la sua lingua ufficiale più centinaia di dialetti. Non esiste la lingua indiana, come molti credono. La lingua che unisce è l’Inglese, molto più dell’Hindi che è correntemente parlato al nord ma pochissimo al sud.
L’India è grande e ogni Stato è diverso dall’altro. L’India non è solo il Rajasthan e Varanasi, che poi sono in assoluto i posti più turistici di tutti. Si, lo sono, c’è poco da discutere, andate tutti là. Infatti vi truffano in continuazione.
Ok, anche io sono andata, però poi ho avuto bisogno di esplorare il resto del Paese perché vedere solo quello e poi dire “sono stata in India” è molto riduttivo.
E’ India anche la francesissima città di Pondicherry in Tamil Nadu, con grosse comunità di Hijra che stazionano fuori dai templi.
E’ India lo stato comunista del Kerala, con uno dei più alti tassi d’istruzione nazionali, dove capeggiano sui muri della capitale scritte che inneggiano al Che. (Guevara)
Non è forse India la modernissima città di Bangalore, la Silicon Valley locale o non sono indiane le tribù dell’Orissa?
Ed è India anche il Goa, qualsiasi cosa voi possiate pensare. Non sarà India per caso solo dove gli Inglesi hanno avuto la meglio? Perché vedete, gli Inglesi gli indiani li ghettizzavano, i Portoghesi contraevano matrimoni.
Però li hanno convertiti con la forza. E l’indiano cattolico di Goa ha quasi sempre un cognome portoghese.
Quindi, poiché mediamente istruiti e non poverissimi come al nord, più latini che anglosassoni, più moderni degli altri nel tollerare le stranezze degli occidentali, non sono indiani?
Goa è turistica tanto quanto una qualunque zona balneare lo è nel resto del mondo. Ha la costa lunga più di cento chilometri e, a parte quattro-cinque località al nord, di festaiolo ha ben poco.
Si respira ancora una memoria antica di feste hippy ma non potrà mai essere com’era quarant’anni fa. Il tempo passa per tutti, le cose cambiano alla velocità della luce, si chiama progresso.
Non ci sono più le toilette con il maiale, ci sono i bagni moderni e le fosse biologiche.
I nostalgici che ancora vivono qui e fumano il chiloom ogni giorno fanno i conti con la modernità del Paese, con il benessere delle grandi città che porta centinaia di ricchi turisti indiani a trascorrere i week end qui.
Le vecchie comunità di occidentali continuano a stare chiuse tra loro, sono poco disponibili verso la nuova borghesia che avanza. Con i Goani è diverso, perché con i Goani ci sono cresciuti e sono fratelli.
Tutto questo non merita attenzione, non merita di essere vissuto? Davvero non vale la pena stare seduti con loro ed ascoltarli mentre ti raccontano “com’era prima” o stare seduti in spiaggia con la mucca accucciata vicino a te che vuole essere accarezzata e che cerca di rubarti il cibo?
Avete idea di quanto bello sia il quartiere latino a Panjim? Tutte le facciate vengono ridipinte ogni anno dopo il monsone, con gli stessi sgargianti colori di allora. Di quanto sia bella la scala centrale affrescata da artisti di strada e delle sorprese che trovate in ogni calle? Calle, si, continuano a chiamarle in portoghese.
Di quanto sia accecante il bianco della chiesa principale o di quanto sia sorprendente trovare una statua dedicata all’Abate Faria?
Della passeggiata a mare che porta alla statua di Dona e Paula, che hanno una storia d’amore degna di Giulietta e Romeo?
Avete mai sentito parlare delle isole di fronte Panjim? L’isola di Divar, conta 5000 abitanti che vivono ancora come un secolo fa. L’isola di Chorao ha un meraviglioso santuario degli uccelli dentro la foresta di mangrovie.
Lo sapete che a Goa ci sono le backwaters come in Kerala? Che è possibile dormire in una house boat, casa galleggiante, e penetrare dentro la foresta di mangrovie per vedere da vicino come vivono i locali lungo il fiume?
Conoscete Chandor? E’ un piccolo villaggio vicino Margao che apre al pubblico i palazzi portoghesi più belli e meglio conservati dello Stato. Un tuffo nel passato!
Che ne sapete voi, che snobbate, della magia che si prova a stare sedute in un villaggio, durante la festa dell’Haldi Kunkun, con le donne che si scambiano visite e doni?
Non è forse India vederle svegliare all’alba, preparare le ceste con la frutta, metterle in testa e percorrere chilometri di spiaggia per venderla?
Non è forse India entrare nel cuore delle venditrici ambulanti e scoprire che spesso mantengono da sole tutta la famiglia perché il marito è alcolizzato e le picchia?
Nonostante tutto, salvo rare eccezioni, nessuno vi inseguirà per strada senza darvi tregua per vendervi qualcosa o per truffarvi. E ricordate che se un indiano vi disturba in modo pesante, è un turista del nord, non è Goano.
Goa è libertà.
Goa è la libertà di prendere uno scooter ed andare in giro a scorrazzare da sole. Per entrare in un tempio, per entrare in una chiesa. E’ la libertà di andare al porto per vedere rientrare i pescherecci con il pescato del giorno e perché no… comprare un chilo di gamberi freschi per tre/quattro euro, contrattando in modo da essere tutti soddisfatti.
Oppure andare al mercato locale e portarsi a casa un ben di dio di frutta e verdura con meno di due euro. Prendere una bacinella di plastica dal ripiano, scegliere tutto quello che si vuole, consegnarla al venditore e pagare, dopo che ha pesato il contenuto.
Senza nessuno dietro che ti comunica che è il tuo migliore amico e che ti porterà a comprare cose migliori da un suo parente.
Vi piace fare yoga? Ci sono centri prestigiosi che sono volontariamente poco pubblicizzati per non attirare la massa. Chi li frequenta, una volta entrato, non esce più. Ha tutto lì, inclusi i trattamenti ayurvedici, la piscina d’acqua dolce e gli spettacoli dal vivo di musica indiana.
Mica è colpa mia se venite qui solo per fare la fila ai festival di musical trance. Per carità, ci sta pure se vi piace il genere, ma non crederete davvero che quella sia Goa?
Quindi, miei cari turisti viaggiatori, vi invito a venire con il cuore libero e la mente aperta, liberi da cliché e Goa vi stupirà al punto da non volere andare più via, come è successo a me.
Namaste