Storia di Abhi, una storia di violenze e stupri
Una statistica redatta nel 2016 ha definito Delhi capitale indiana degli stupri con una media di 106 denunce giornaliere, seguita da Mumbai, Pune e Jaipur.
Nel 95% dei casi gli stupri sono commessi da parenti, vicini di casa, colleghi di lavoro o conoscenti. La metà di questi riguarda bambini sotto i 12 anni. Altissima la percentuale di stupri non denunciati per paura di ritorsioni e per vergogna. La fonte è il Times of India
La storia di Abhi fa parte delle violenze non denunciate.
Abhi è nato e cresciuto in un villaggio vicino Calcutta ventiquattro anni fa. Figlio unico, proviene da una rigida famiglia induista. Il padre ha una piccola impresa di costruzioni e da lavoro ad altre tre persone.
Abhi ha capito di essere omosessuale abbastanza presto, e altrettanto presto ha dovuto mascherare la cosa. Mi ha raccontato che l’unica valvola di sfogo che aveva era quella di truccarsi ed indossare gli abiti della madre quando restava da solo a casa.
Ed è stato anche il fatto che ha dato il via agli stupri. Aveva dodici anni quando i dipendenti del padre si sono presentati alla sua porta e l’hanno trovato in abiti femminili. Amici di famiglia, uomini che lui conosceva benissimo e dei quali si fidava.
Hanno iniziato a canzonarlo, poi a molestarlo ed infine ad abusarne sessualmente. Per anni Abhi ha subito violenze e minacce di ogni tipo per costringerlo a non rivelare a nessuno quello che succedeva. Porta ancora sulla schiena il ricordo di quel periodo, una serie di cicatrici lunghe e sottili e delle macchie nere e rotonde, segni inequivocabili di ustioni.
Quando, qualche tempo dopo, ha provato a parlarne con il padre, lui ha solo detto “stai cercando di dirmi che sei una Hijra?”. Lui ha troncato la conversazione. Dare dell’Hijra a qualcuno in India è estremamente offensivo.
Non ha mai pensato di denunciare gli stupri, aveva troppa paura delle ritorsioni.
Poi, una sera, di ritorno da una cena fuori, i genitori hanno un bruttissimo incidente con la moto. Incidente che costringerà il padre di Abhi alla sedia a rotelle con danni celebrali e conseguente perdita del lavoro. Le cure sono costosissime, Abhi è costretto a fare i salti mortali per tenerlo in ospedale. Il servizio sanitario in India funziona all’americana. Se hai soldi e hai un’assicurazione sanitaria bene, se no ospedale pubblico. Vi lascio immaginare cosa sia l’ospedale pubblico qui, con centinaia di senza tetto che aspettano di essere visitati accampati nei cortili interni.
Abhi trova lavoro in un call center a Bangalore e decide di spostare lì anche la famiglia, per assicurare loro cure migliori.
Durante un weekend a Goa conosce Mariketty, la proprietaria di un ristorante greco molto frequentato, che gli offre un lavoro lì.
Ho conosciuto Abhi due anni fa proprio grazie a Mariketty e da allora ne ha fatti di cambiamenti. Il padre è quasi del tutto paralizzato e non riconosce più nessuno, la madre non è riuscita ad assorbire il colpo.
Qualche mese fa li ha fatti venire a Goa e se ne prende cura ininterrottamente, nonostante i suoi turni di lavoro siano molto pesanti. E’ una vita davvero troppo sacrificata per un ragazzo così giovane che deve ancora trovare la sua strada.
Per la prima volta nella sua vita può però esprimere se stesso in pubblico, per la prima volta ha delle relazioni. Inutile sottolineare che a casa le cose vanno diversamente. Poco importa, è a Goa, interagisce con persone di tutti i tipi e può serenamente ammettere di essere omosessuale.
Ma c’è un ma. Abhi è un ragazzo triste che finge una felicità che non prova attraverso tutti i canali social. Come un pò tutte le giovani generazioni fanno adesso. Molto spesso ho pensato che metabolizzare tutto quello che ha passato durante l’adolescenza, senza un sostegno reale, da solo, è troppo per chiunque. E gliel’ho anche detto.
Mi ha risposto che sono argomenti che lui tratta da quando vive a Goa, che mai nemmeno per un secondo quando era in Bengala poteva affrontare. Che è abituato così, a non parlarne. Ma che ha enormi difficoltà ad avere delle storie. Che collega il sesso e l’amore alla violenza e alla brutalità.
E che come tutti vorrebbe fortemente trovare la persona giusta ed innamorarsi, ma viene attratto sempre e solo dalle persone sbagliate.
Mio caro amico, questo è un problema mondiale e ce l’hanno tutti, non sei da solo nella difficile ricerca dell’anima gemella. Il bisogno d’amore fa fare delle sciocchezze, non so più come convincerti della cosa.
Ma i traumi che hai subito tu non si superano da un giorno all’altro, e potrà curarli solo una persona amorevole che ti tratterà con rispetto e comprensione. E’ questo che ti meriti. E’ questo quello che ti auguro.