Sulla MAID Indiana ed altre storie.
Il mio rientro a Goa quest’anno ha del surreale. Intanto sono atterrata a Delhi all’1.30 del mattino del 15 Agosto, giorno dell’Indipendenza Nazionale. Causa festività il mio volo in coincidenza per Dabolim è stato cancellato e sono stata costretta a prendere un hotel in zona perché il prossimo utile era a mezzogiorno.
Hotel che consiglio a chi è in transito perché è bello, pulito ed il pick up è risultato perfetto. Nonché incluso nel prezzo. E’ l’Holiday Inn.
Non vedevo l’ora di tornare a casa non tanto per Ivan, che era rientrato dieci giorni prima di me, quanto per i cani. Avevo assunto due persone in mia assenza, una per il giorno ed una per la notte. Principalmente per garantirgli cibo a sufficienza, ma anche per buttare un occhio, dato che durante il monsone succede di tutto.
Ovviamente Poppy ha pensato bene di sparire per 4 giorni, mandandomi in panico, e di ricomparire pieno di morsi. Chissà dove è andato, l’avrà attaccato un branco.
Inutile dire che, come sempre, è dovuta intervenire la mia vicina Alisha, per medicarlo e trattenerlo a casa.
La MAID
Con queste premesse, e con un trasloco previsto dopo pochi giorni, arrivo a casa augurandomi che la famigerata MAID indiana avesse pulito a dovere. Apro la porta e mi investe l’odore forte della muffa, tipico delle case chiuse da mesi. Manca la luce quasi ininterrottamente da una settimana. Poso la valigia e controllo il frigorifero. Un mondo parallelo ne ha preso possesso. Nel frattempo la mia amica Pia, che mi affitterà la nuova casa, mi avvisa tramite Whatsup che la casa è pronta. Che la MAID è andata a pulire.
Crisi di pianto. La MAID ha pulito è una di quelle cose che mai vorresti sentire dire, soprattutto dopo un volo intercontinentale, in pieno monsone e senza luce.
La MAID è una figura indispensabile nella vita di ogni indiano benestante. Che sia per un paio di volte la settimana o a tempo pieno, ce l’hanno tutti e se non se non ce l’hai sei un poveraccio. A Goa una MAID occasionale costa 300 rupie – 4 euro – 200 se è regolare e circa 100 euro al mese se lavora ogni giorno e cucina pure.
Il suo lavoro consiste nel ramazzare il pavimento con una scopa di saggina, passare lo straccio, a volte spolverare ed a volte pulire il bagno. Cosa da non dare per scontata, non tutte vogliono farlo. E la famosa “tazza” te la puoi lavare e strofinare da sola per 40 minuti.
Da questo si evince il motivo del salario bassissimo che percepiscono, finalmente ho capito come funziona.
La MAID, nonostante la puzza di muffa asfissiante, non apre il frigorifero né tanto meno gli stipiti della cucina, non nota che le pale al soffitto sono diventate nere, che tende e copri cuscini andrebbero messi in lavatrice e non spolvera oltre la sua altezza.
Ecco perché io non l’ho mai avuta, il mocio lo passo da me.
Va bene, questo discorso non vale per chi ne ha una regolare che ha seguito per sei mesi giorno e notte, saltando pasti ed ore di sonno.La fatica è stata ricompensata ed adesso sanno che devono aprire anche il forno, oibò!
Mi immolo con Ivan alle grandi pulizie, facendo anche diversi bucati a mano che ci impiegano circa 2 giorni l’uno ad asciugare. Fuori piove e dentro le pale non girano. Al primo accenno di energia elettrica, afferro asciugamani, copri letto, tende e tappetini e li mollo in lavatrice pregando Ganesha di far almeno terminare il ciclo. Il tutto per due case, la vecchia e la nuova.
Saroo.
Ma non è finita qui. Alcuni ragazzi dello staff del ristorante dove lavora Ivan, trovano in piena notte e sotto la pioggia un cucciolo di due settimane pieno di morsi. Lo avvolgono in una coperta, lo portano a casa e si accorgono che le ferite sono infestate da vermi. Panico, piazzano due cerotti 😅e la mattina arrivano al ristorante implorando aiuto.
Ivan pensa bene di consegnarmelo a casa dentro ad una scatola di cartone ed in effetti se lo stavano mangiando vivo. Che dovevo fare? Veterinario, di corsa. Poche speranze di sopravvivenza, troppo piccolo.
Invece è diventato un torello, anche se ho dovuto traslocare con lui che vive dentro la mia maglietta e non dormiamo da due settimane. E’ già nella fase “Cosa è quello, il cavo della tv? Gnam gnam, andato”. Poppy l’ha presa malissimo, per due giorni non ha voluto dormire dentro casa, poi ci ha ripensato perché il clima fuori è impietoso. Ma dormiamo con la porta della stanza da letto chiusa perché il piccolo è un delinquente e durante la notte lo assalta.
Prima sentivo Poppy ringhiare e correvo a recuperarlo. Prima, quando non ero in carenza di sonno. Ieri notte non ho sentito nulla, sono saltata in aria alle 8 del mattino, dov’è? non lo vedo! Corro in soggiorno e lo trovo spaparanzato sul letto di Poppy che era all’angolo opposto con la faccia terrorizzata. Ma allora ringhia perché ha paura? Boh.
Il piccolo l’abbiamo chiamato Saroo, come il bambino di “Lion, la strada verso casa”, che ha perso la mamma e viene adottato.
Per ora da me, poi si vedrà. Anzi si accettano adozioni a distanza!
Happy Ganesha! A proposito, il desiderio che gli avevo sussurrato l’anno scorso all’orecchio, si è realizzato!