Un salto a Spaghetti beach ed allo Shiva Place
Spaghetti beach è la parte finale della spiaggia di small Vagator. E’ chiamata così perchè per anni è stata il punto di incontro della comunità italiana residente a Goa.
La spiaggia di Vagator è interrotta ad un certo punto da una collinetta rocciosa che la divide in grande Vagator e piccola Vagator.

Tramonto a Spaghetti beach
Big Vagator, accessibile agevolmente dalla strada, è molto affollata, soprattutto nel weekend. Small Vagator è composta da due piccole baie virtualmente divise dalla terrazza del club Chronicle. Spaghetti beach è l’ultima.
L’accesso è più complicato perché bisogna necessariamente affrontare una scala ripida che in discesa è facile ma in salita sono guai.
Questo garantisce però un’insperata tranquillità e, nonostante la presenza di numerosi lidi, sono più le mucche che i bagnanti.
Spaghetti beach è la classica spiaggia tropicale orlata da palme che purtroppo ha i fondali scuri per via della roccia vulcanica e l’acqua non sembra mai troppo pulita. Ok, non lo è. Ma rispetto alle più famose zone di Baga e Calangute è un paradiso per chi vuole trascorrere qualche ora in pace.
Questo ve lo dico da donna che spesso gira da sola, quindi se non amate essere al centro di troppe attenzioni da parte di comitive di uomini in vacanza evitatele sempre.
In fondo a Spaghetti beach, sul promontorio roccioso, sorge un bar dove è possibile ascoltare musica tutto il giorno. Ai piedi del bar, semi nascosta tra gli scogli, una testa di Shiva che pare sia stata intagliata proprio da un italiano.
Oltre gli scogli, estremamente pericolosi da attraversare a piedi quindi non fatelo mai, la spiaggia di Anjuna sud.
La vecchia comunità hippy, che negli anni ’80 stazionava proprio ad Anjuna ad un certo punto colonizzò small Vagator al punto da essere ormai più famosa come Spaghetti beach.
Il lido di riferimento degli ultimi anni è lo Shiva Place.
La caratteristica principale, a parte l’alto numero di italiani che lo frequenta, è lo spirito hippy che ancora aleggia tra le panche di legno sotto la tettoia. Chi gioca a carte, chi gioca a badminton, chi beve, chi dorme al fresco.
E’ qui che si ascoltano le memorie più lontane di una Goa che quasi non esiste più, soppiantata dal progresso.
Ed è sempre qui che raccolgo informazioni utili per capire meglio lo strano tessuto sociale dello Stato.
I lettini da spiaggia, come ovunque, non si pagano ma bisogna consumare qualcosa quindi è una buona scusa per provare la Kingfisher, la birra locale. O un lassi alla frutta fresca.
A proposito di frutta fresca, passano spesso un paio di venditrici che la vendono trasportando sulla testa delle ceste pesantissime. Per ore. Ancora non mi spiego quale muscolo abbiano sviluppato.
Lo Shiva Place ha anche un forno a legna per la pizza ed una zona coperta da palme dove si può oziare a piacimento. Ma io suggerisco di ordinare un grosso pesce fresco, servito con insalata, riso e salse varie che consente di mangiare anche in quattro.
Se vi piace pranzare in spiaggia, senza muovervi dal lettino, devo dirvi una cosa. Alla minima distrazione una qualsiasi delle mucche presenti vi pulirà il piatto con una singola leccata.

Daisy
Certe volte arriva un gruppo di giovani funamboli del Gujarat che si esibisce in equilibrio sull’asta per una manciata di rupie.
Il posto è stranamente silenzioso di giorno per poi animarsi dal venerdì sera – notte? – fino all’alba con improvvisi trance party. L’accesso è libero, e trovo che Prema, il proprietario, abbia avuto una splendida idea.
Ad Anjuna, questo genere di lidi che si trasformano in discoteche la sera, fanno pagare il biglietto d’ingresso se entri dalla strada ma non possono farlo se arrivi dalla spiaggia. Ridicolo no? Anche perché la tariffa dipende da vari fattori.
Così può succedere di dover pagare 10 euro, ritrovarti sulla sabbia e realizzare che tutti arrivano dalla battigia. Sì, è successo a me.
A questo punto, non è meglio andare allo Shiva Place?