Weekend a Negombo e di quando la fortuna mi ha baciata
Nel post precedente vi ho raccontato come sono finita a Negombo.
Il visto, i cani, l’aeroporto di Chennai, il ritardo di due ore. Fatto sta che arrivo alla Guest House alle 4 del mattino. La Guest House si chiama Nebula Residence e ve la consiglio fortemente, nonostante sia semi nascosta in una traversa piuttosto buia la sera.
Intanto perché come vi ho raccontato prima, il pick up previsto all’una di notte è diventato un pick up delle 3.30 ed era ancora lì ad aspettarmi. Poi perché sono super cordiali e gentili. Colazione abbondante a bordo piscina ma non vi aspettate chissà che, è piccolissima e poco illuminata. La mia stanza era provvista di due grandi vetrate ed un lunghissimo balcone angolare con sedie e tavolo. Pulitissima, bagno moderno con doccia grande, aria condizionata e tv con canali satellitari. Il tutto per 18 euro a notte.
Sono rimasta per quattro notti e da qui mi sono mossa.
Negombo è un villaggio di pescatori che si è aperto al turismo per la vicinanza all’aeroporto. Viene generalmente “usato” come posto di transito in arrivo da voli internazionali, prima di partire per il giro del Paese, visto che Colombo dista più di un’ora. E’ famosa per la produzione di cannella che risale al tempo della colonizzazione Olandese.
La spiaggia è lunga e pulita ma il mare non è granché. La zona costiera è appunto dedicata al turismo, con alberghi, pub, bar e ristoranti di tutti i generi e tipi e per tutte le tasche. Si può anche scegliere di alloggiare in centro, dove è più facile visitare a piedi le attrazioni turistiche ma se andate tra Aprile e Maggio non si respira dal caldo.
Ho mangiato un meraviglioso Fish curry Rice in un ristorante locale che hanno servito con un Dal altrettanto buono e per niente piccante. Ho anche mangiato da Bacco, rinomato ristorante Italiano vista spiaggia, un hamburger gigante con patatine, pagato però 5 euro.
Mi sono poi innamorata di un piccolo caffè che si chiama Cafè-Enviro, lungo la strada principale. A parte il fatto che l’espresso è buonissimo e te lo servono con tanto di cioccolattino, i ragazzi che ci lavorano sono stupendi. Ho fatto con loro le migliori chiacchierate del viaggio. E prezzi più bassi della media dei caffè locali.
Negombo è sorprendentemente pulita, con i canali di drenaggio laterali profondi e sgombri da detriti. Sembra una bazzecola, ma a Goa durante i monsoni le strade si allagano perché i canali sono saturi di plastica ed immondizia.
Il centro non è niente di che, ma è attraversato dai soliti canali olandesi che lo rendono particolare. Guidano tutti in modo ordinato, anche gli autisti dei tuk tuk, e rispetto all’India quasi non si sentono suonare clacson.
La gente è cordiale e sorridente, a parte il fatto che sono tutti bellissimi e molto disponibili. Girare lo Sri Lanka sarà stupendo, lo metto in conto come prossima meta e nel frattempo raccolgo informazioni.
Si può girare in tuk tuk previa contrattazione o scaricare un app che si chiama PICKME e che funziona come Uber. Prezzi dimezzati rispetto a quello che chiedono per strada. Per esempio, per andare in città dal lungomare ho pagato 150 rupie contro le 300 che chiedono se li fermi tu.
Cosa vedere a Negombo?
C’è il mercato del pesce, che è giusto un mercato del pesce, ed un forte Olandese non tenuto benissimo. C’è un bellissimo tempio buddista, Angurukaramulla Temple, che vale la pena visitare. Purtroppo il custode mi ha chiesto 1000 rupie di contributo volontario, mentre i locali entravano gratis e l’ho mandato a quel paese.
Passeggiando per il centro ci si imbatte in templi Dravidici di origine Tamil, gli stessi che avevo visto in Tamil Nadu, coloratissimi e che trovo stupendi.
Nonostante il caldo asfissiante di Aprile mi sono messa in testa di camminare a piedi per vedere più cose possibili. Sembra ricca Negombo, tante ville immerse nella vegetazione tropicale, macchine costose, asili lussuosi e moderni parco giochi per bambini.
E poi chiese, tante chiese. Negombo è a maggioranza cattolica, e convive con comunità di buddisti, induisti e musulmani.
Davanti la chiesa di Saint Mary si raccoglie qualche mendicante, gli unici che ho visto. Ed un cane mal ridotto che tento di fare bere ma non ho dove mettere l’acqua. Saranno proprio i mendicanti a trovare un sacchetto di plastica per metterla lì dentro.
Centro metri dopo, una ricca signora ingioiellata scende dalla geep che sta guidando e porge una busta con riso e pollo ad un randagio che respira a fatica, per il caldo immagino.
Le dico “God bless you Madame”, lei torna indietro e mi chiede se lo faccio pure al mio Paese. Si Madame, lo faccio sempre in India. Lei sorride e mi dice: “Capisco, ci sono stata”.
Visito anche la chiesa di St Sebastian, in puro stile gotico e che ha un bellissimo cortile addobbato per la Pasqua con tanto di statue di Giuseppe e Maria.
Avrei voluto fare l’escursione a Muthrajawela, con una barchetta che percorre tutta la laguna di Negombo ma purtroppo ha piovuto tutti i pomeriggi che avevo a disposizione.
Sabato 20 Aprile ho il volo di rientro a Goa, questa volta fila tutto liscio come l’olio ed atterro in orario. Ne approfitto per testare la nuova app, Goamiles, che dovrebbe funzionare come Uber e far concorrenza ai tassisti locali. Ma sono costretta a ripiegare sui soliti, affidabili, prepaid taxi dell’aeroporto di Dabolim dato che l’app non funziona.
Mi ritrovo su un taxi guidato da un ragazzino che studia ingegneria a Mumbai e che arrotonda così quando viene per le vacanze a casa. Tempo di percorrenza un’ora e quindici minuti, si è messo lo smartphone sul cruscotto e mentre guidava seguiva la partita di cricket. Welcome back to India!
Poppy e Shadow si sono lamentati tanto quando sono arrivata, la casa era in condizioni disastrose, Ivan se n’è disinteressato. Maschi, tutti uguali. No vabbè, lavora dalla mattina alla sera, sto esagerando.
Ma non è finita qui. L’indomani mattina mi svegliano decine di chiamate, tutti vogliono sapere dove sono e come sto. Non capisco, carburo molto lentamente appena sveglia.
E poi accendo il computer e leggo. Leggo della tragedia. Leggo dei morti, dei feriti. Chiamo la Guest House, per fortuna loro stanno tutti bene ma qualche vicino era andato a messa. Nella chiesa vicina, quella di St Sebastian, il santo patrono di Negombo. Quella con le statue fuori. Quella dove ero stata il giorno prima. St Sebastian è un cumulo di macerie, sei attentati contemporanei. Colpite tre chiese e tre alberghi a Colombo. Al momento la conta dei morti dice 310 e quella dei feriti 500.